Giuseppe Ramiro Marcone nasce a San Pietro Infine (CE) il 15 marzo 1882. Inizia il suo cammino monastico nell'abbazia di S. Giuliano d'Albaro in Genova dove il 30 novembre 1898, sedicenne, professa il triplice voto di povertà, castità e obbedienza. Mandato a perfezionarsi nelle discipline filosofiche e teologiche nel collegio internazionale di S. Anselmo in Roma, consegue la laurea di dottore in filosofia. Finiti gli studi nel luglio del 1907, nell'ottobre dello stesso anno torna a S. Anselmo per intraprendere l'insegnamento di storia della filosofia. Per la sua fama di eccellente professore e per la pubblicazione di un'opera di storia della filosofia, è annoverato tra i soci dell'Accademia filosofica di S. Tommaso d'Aquino. Nell'anno 1915, giovane professore e vice-rettore dell'Ateneo di S.Anselmo, viene chiamato alle armi col grado di tenente di complemento. Marcone, oltre ad essere un monaco esemplare, un valente professore, si dimostra anche un prode soldato, meritando encomi solenni per atti di valore nell'esercitare con zelo l'ufficio di cappellano. L'11 marzo 1918, viene nominato dal Santo Padre Benedetto XV abate ordinario dell'Abbazia Nullius di Montevergine. Regge la Congregazione per ben 36 anni dal 1918 al 1952. In questo lungo lasso di tempo il suo impegno non si limita a quello di monaco, padre e maestro, ma con la sua tenacia ed intraprendenza dà impulso alla rinascita spirituale e religiosa della Congregazione, cura la ristrutturazione del Santuario e dell'Abbazia, si dedica ad attività sociali e di apostolato, da buon diplomatico intensifica i rapporti con le varie cariche ecclesiastiche, istituzionali e con Casa Savoia, è nominato nunzio apostolico in Croazia, porta a compimento la strada rotabile per Montevergine, dà incremento alla costruzione della funicolare, al bar-ristorante-albergo Romito, costruisce l'orfanotrofio e fonda la Congregazione delle Suore Benedettine. Nel periodo della seconda guerra mondiale ospita nel palazzo di Loreto gli abissini e durante il bombardamento del 14 settembre ad Avellino offre un sicuro rifugio agli affollati.